La Memoria dell’Acqua

 

Riflettendo sulle parole dei miei intervistati e sulle loro esperienze, mi è più volte tornato alla mente il ricordo della mia prima immersione subacquea. Ho ricordato la sensazione di panico paralizzante mentre ero in superficie poiché il mare era molto agitato. Poi l’istruttore mi ha preso la mano, mi ha tranquillizzata, mi ha detto che non dovevo avere paura. E pian piano abbiamo cominciato a immergerci in profondità.

Ricordo il silenzio, la pace e la gioia della scoperta di una dimensione che non conoscevo, invisibile dalla terra. Una dimensione in cui il corpo fluttua senza peso, si perde la nozione dello spazio e del tempo e si ha la sensazione di ritrovarsi nel proprio elemento di origine. Anche lì c’è una luce, che proviene dalla superficie, intensa ma non accecante perché rifratta dall’acqua.

Credo che la natura ci dia tutti gli strumenti per capire ciò che veramente è il senso della nostra esistenza. Ed è solo quando davvero ci abbandoniamo ad essa che capiamo di essere un tutt’uno con l’universo.

Vorrei dedicare questo spazio alle impressioni (positive o negative) che potranno seguire la visione del mio documentario.

Lascio quindi la parola a chi vorrà scrivere un commento.

9 thoughts on “La Memoria dell’Acqua

    • Ciao,
      Mi chiamo Andrea,
      Ieri ho parlato insieme a te al convegno che si è svolto al Castello di Zena dove hai presentato il documentario sulle NDE , oggi l’ho guardato tutto e mi è piaciuto molto, si vivono delle belle emozioni perché le persone che hanno vissuto queste esperienze le trasmettono con naturalezza e senti che non se le sono inventate.
      Personalmente ho sempre creduto in queste cose.
      Il documentario è scorrevole e hai scelto bene le musiche di sottofondo
      Grazie per ciò che hai realizzato, sicuramente ti è costato molto lavoro, considerando che l’impulso ti è stato dato dall’esperienza vissuta insieme a tuo papà, cioè da un vissuto personale è bello che tu lo abbia condiviso con noi, questo sicuramente ne arricchisce il valore e la tua idea di poterlo utilizzare nell’ambito delle cure palliative mi trova molto d’accordo.
      Bella la dedica finale a tuo papà.

      Buon Cammino di Luce

      Andrea

      • Grazie mille Andrea per l’attenzione e la sensibilità con cui hai visionato il mio lavoro. E grazie per il tuo bellissimo augurio che ricambio. Lara

        • Prego Lara,
          Secondo me è importante dare e avere un ritorno di quello che si fa, se vorrai guardare il sito http://www.padregeneratore.com vedrai che ci sarà un’ introduzione con la rappresentazione di quello che ha vissuto il fondatore della nostra associazione Saverio Casarin quando ha avuto l’esperienza della NDE.

  1. Ho visto il documentario e l’ho trovato molto bello, ho ritrovato tutte le caratteristiche di cui avevo letto in molti libri sul tema nde, premetto che non sono una persona che segue teorie new age nè alternative, non sono neanche una persona religiosa nel senso stretto del termine, ma mi riconosco una dimensione “spirituale” che non si inquadra necessariamente nei dogmi delle religioni più diffuse…avevo già letto il libro di Vaccarin e l’avevo trovato molto interessante, coraggioso per un medico, sull’argomento avevo anche letto i libri della Kubler Ross, di Fenwick e di Moody. Speriamo che questo documentario serva a intaccare il muro del cieco neoscientismo che molti medici e scienziati adorano come una nuova religione, convinti che la scienza spieghi tutto quello che riguarda la nostra esistenza e il nostro ruolo nell’universo.
    Grazie mille
    Saluti

      • Figurati, sono contento che questo argomento attiri l’attenzione anche di artisti come te che possono contribuire a far uscire l’argomento dagli stretti confini in cui è relegato.
        Buona serata.

  2. Il documentario e’ semplicemente fantastico, superiore anche alla quasi totalità dei reportage fatti all’estero. Rende totalmente credibile un fenomeno che in Italia ( e quasi solo in Italia) e’ totalmente ignorato pur essendo così comune.

    PS uno dei casi ricordati dall’infermiera Anna farebbe la felicità di alcuni dei più grandi ricercatori del settore come Sam Parnia. Perchè un cieco dalla nascita che racconta i dettagli visivi della crew che lo ha assistito sarebbe veramente una prova quasi incontrovertibile del fenomeno (almeno della sua parte OBE) se suffragata da altre testimonianze.


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